Benjamin Franklin e il Parafulmine

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Il geniale Benjamin Franklin e
la vera natura dei Fulmini

La firma dell'indipendenza (John Trumbull)

La Commissione dei Cinque e la firma dell’Indipendenza (John Trumbull)

Molti conoscono Benjamin Franklin per essere stato uno dei famosi delegati della cosiddetta “Commissione dei Cinque”, di cui facevano parte anche Thomas Jefferson, John Adams, Robert R. Livington e Roger Sherman e che fu designata l’11 Giugno 1776 per scrivere una bozza della celeberrima “Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America”. Lo storico documento fu teoricamente siglato il 2 Luglio 1776 dal Congresso di Philadelphia composto dai 55 rappresentanti delle 13 Colonie Britanniche della costa atlantica nordamericana, ma fu riscritto su carta di canapa e approvato ufficialmente la sera del 4 Luglio 1776 con la prima ed elegante firma del politico John Hancock. Franklin fu l’unico dei “Padri Fondatori” a partecipare anche alla stesura dei primi Articoli della Confederazione e alle riunioni del 1787 che diedero vita alla successiva Costituzione degli Stati Uniti d’America. La costituzione americana è la più antica attualmente in vigore nel mondo e si ispirò molto all’innovativa e celebre opera “La Scienza della Legislazione” elaborata in quegli anni dal giurista e filosofo napoletano Gaetano Filangieri. Benjamin Franklin non è stato soltanto un importante statista, ma fu un vero e proprio genio poliedrico. Fu il primo a teorizzare l’uso dell’ora legale come efficace metodo di risparmio energetico e di sfruttamento delle ore diurne. Aveva problemi di vista e non riusciva a vedere né da vicino né da lontano, così, stanco di dover cambiare continuamente gli occhiali in base al tipo di vista che gli occorreva, inventò le lenti bifocali che gli permettevano di usare un solo paio di occhiali per qualsiasi sua esigenza. Campidoglio e Fulmini (Washington)Fu un pioniere in vari campi e soprattutto in quello riguardante l’elettricità, concentrandosi in particolar modo sullo studio dei fulmini” (dal latino “fulgimen” che deriva da fulgere, ‘splendere’). Fin dall’alba dei tempi l’uomo è rimasto sempre affascinato e allo stesso tempo scioccato da questi spettacolari fenomeni naturali e li ha sempre associati a qualche misterioso potere divino. In quasi tutte le religioni del mondo antico i fulmini sono stati il simbolo delle principali divinità (come Zeus e le sue famose saette punitive) e spesso nella storia del Cristianesimo sono stati associati all’Ira di Dio scagliata sui peccaminosi mortali. Per secoli la loro potenza simbolica ha fortemente influenzato la spiritualità di molti credenti e la concezione dei fenomeni naturali percepiti come manifestazioni divine. Basti pensare che forse il Cristianesimo Protestante ha avuto tutto origine da un leggendario fulmine che il 2 Luglio 1505 avrebbe “risparmiato” un giovanissimo e impaurito Martin Lutero, il quale decise di diventare un monaco dopo quello spaventoso episodio, per poi dar vita successivamente alla rivoluzionaria Riforma con le sue 95 Tesi e al conseguente scisma della Chiesa Cristiana. Franklin mise in dubbio l’origine divina dei fulmini e ipotizzò una teoria secondo la quale non erano altro che fenomeni di natura puramente elettrica simili alle scintille che gli sperimentatori della sua epoca producevano in scala ridotta e a scopo anche ludico con la cosiddetta “Bottiglia di Leida”, il primo condensatore elettrico della storia inventato a Leida (Paesi Bassi) nel 1745Il 15 Giugno del 1752, a Philadelphia, decise di effettuare uno storico e coraggioso esperimento in prima persona per avvalorare la sua teoria. William“, approfittò di un improvviso temporale per far volare in cielo un aquilone di seta dotato di una punta metallica e attaccato ad un un lungo filo di seta, alla cui estremità avrebbe annodato una chiave di ferro ad altezza d’uomo (come rilevatore di elettricità statica) e fissato ad essa una bottiglia di Leida attraverso un sottile filo metallico, dopodiché si mise sotto una tettoia per non far bagnare anche la porzione di filo che aveva in mano.

Benjamin Franklin e il figlio William (1752)

Benjamin Franklin e il figlio William (1752)

All’arrivo di un fulmine la punta dell’aquilone si caricò elettricamente, la corda si irrigidì e le sfilacciature di seta iniziarono a sollevarsi come i peli delle braccia davanti allo schermo di una televisione (CRT). L’elettricità stava scorrendo lungo il filo e decise di aspettare ancora un po’ per poter caricare la bottiglia di Leida. Quando il genio autodidatta avvicinò pericolosamente la sua mano alla chiave metallica, scoccò subito una forte scintilla, perché chiuse il circuito aquilone-filo-terra e la corrente passò attraverso il suo corpo e si scaricò al suolo, ma per fortuna non rimase fulminato e non subì alcun danno, a differenza del suo collega Georg W. Richmann che nel 1753 morì per una scossa elettrica mentre tentava di replicare l’esperimento. Nonostante l’evidente pericolosità, Franklin riuscì nel suo intento, caricò la bottiglia di Leida attraverso la chiave metallica, a sua volta caricata elettricamente dalla punta dell’aquilone, e dimostrò che i fulmini non avevano un’origine ultraterrena, ma erano a tutti gli effetti delle scariche elettriche tra le nuvole e il suolo. Tuttavia non si sa con assoluta certezza se l’esperimento con l’aquilone sia stato effettuato proprio in questo modo e alcuni hanno addirittura avanzato l’ipotesi che lo abbia soltanto teorizzato e mai messo veramente in pratica. Anche se ci sono alcuni dubbi sull’effettiva realizzazione dell’esperimento, lo scienziato statunitense aveva del tutto ragione sulle scariche elettriche atmosferich, riprese in modo indipendente la prima scoperta degli antichi Greci sull’elettricità positiva e negativa (convenzione da lui stesso definita) ed effettuò un esperimento sull’ambra (in greco antico “elektron) molto simile a quello che viene fatto solitamente nelle moderne scuole e che consiste nello strofinare una bic di plastica su un maglione di lana (che si carica positivamente), per poi passarla sopra a dei pezzettini di carta con un evidente effetto calamita dovuta alla sua carica elettrica negativa (elettroni della lana trasferitisi sulla penna). Benjamin Franklin (1767 - Ritratto di David Martin)Franklin formulò il principio di conservazione della carica elettrica, secondo il quale la quantità di carica in un sistema chiuso rimane invariata e le cariche positive e negative non possono né essere create né essere distrutte, ma possono trasferirsi da un corpo all’altro e sommandole danno sempre lo stesso risultato. Inoltre scoprì anche il cosiddetto “potere dispersivo delle punte”, cioè un fenomeno che riguarda una maggiore attrazione di cariche elettriche in prossimità di spigoli, oggetti appuntiti, alberi e così via. Questa è una delle ragioni per cui è fortemente sconsigliabile rifugiarsi sotto un albero isolato e soprattutto alto durante un temporale, ma in caso di pericolo all’aperto conviene accovacciarsi a terra (e non sdraiarsi) per diminuire le possibilità di attrarre cariche elettriche e di essere colpiti da un fulmine. Grazie a quest’altra scoperta, Benjamin Franklin si rese conto che poteva mettere in sicurezza gli edifici incanalando artificialmente la grande energia sprigionata dai fulmini e facendola disperdere senza recare alcun danno dovuto comunemente all’enorme calore generato in queste circostanze. Fu così che realizzò nel Settembre dello stesso anno il Primo Parafulmine della storia, fissando sul punto più alto della sua casa di Philadelphia una lunga e sottile asta di metallo con una punta ricoperta da un metallo nobile (ad alta conducibilità elettrica come l’oro) e collegata ad una serie di fili metallici che correvano lungo i lati dell’edificio, per poi finire nel terreno (la messa a terra). Per il suo curioso esperimento e le sue importanti osservazioni sull’elettricità, nel 1753 ricevette la “Medaglia Copley”, il più importante premio assegnato dalla Royal Society di Londra (la più prestigiosa accademia delle scienze del mondo), di cui divenne membro il 29 Aprile 1756. La sua invenzione ebbe subito successo e nel 1760 venne installato il primo importante impianto di parafulmini sul faro di Eddystone, costruito su uno scoglio in mare aperto (dopo una sfida ingegneristica senza precedenti) e a circa 25 chilometri dalla città di Plymouth  (nella contea di Devon, Inghilterra). Nel 1782 furono già installati nella sua città di Philadelphia ben 400 parafulmini. Prima di questa storica invenzione le cupole e i campanili delle cattedrali, essendo le parti più alte delle cittadine, venivano frequentemente colpite dai fulmini e si verificavano spesso degli incendi. Grazie al parafulmine, la corrente elettrica scaturita da un fulmine seguiva un cammino prestabilito e lontano da parti infiammabili o danneggiabili degli edifici. Benjamin Franklin fu il protagonista di innumerevoli primati in molti campi e l’unico americano in epoca coloniale britannica ad avere fama e notorietà anche nel vecchio continente europeo. Nel 1783 fu anche uno dei firmatari dello storico “Trattato di Parigi” in cui si mise fine alla guerra d’indipendenza americana dopo 8 Anni e le 13 Colonie Unite d’America ebbero finalmente il riconoscimento ufficiale che meritavano. Due anni dopo, nel 1785, tornò in America e fu nominato Presidente dello stato della “Pennsylvania”. Dopo il suo grande contributo nel far adottare la nuova Costituzione degli Stati Uniti, combatté la sua ultima battaglia politica contro la schiavitù e per la soppressione del commercio degli schiavi con la prima società abolizionista americana, di cui era presidente. Morì il 17 Aprile 1790 e, dopo la sua scomparsa, furono proclamati 2 mesi di lutto nazionale. Il suo volto è raffigurato sulla banconota dei 100 dollari americani ed è l’unico, insieme a Alexander Hamilton (primo Segretario al Tesoro degli Stati Uniti), ad avere lo speciale privilegio di apparire su una banconota comune, pur non essendo stato mai eletto Presidente degli Stati Uniti.

Benjamin Franklin (Banconote da 100 Dollari)
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