Bluetooth: etimologia e origine del logo

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Qual è l’origine del nome “Bluetooth” e da cosa deriva il relativo simbolo della famosa tecnologia?

La tecnologia Bluetooth fu sviluppata dalla “Ericsson” (azienda svedese fondata nel 1876 e operante nel settore delle telecomunicazioni) e nacque formalmente il 20 Maggio 1999 con la costituzione della “Bluetooth Special Interest Group” (SIG), un’associazione formata da Sony Ericsson, IBM, Intel, Toshiba, Nokia e altre società interessate. Tale tecnologia ha lo scopo principale di connettere via onde radio e in maniera veloce, affidabile ed estremamente portatile dispositivi di varia natura e di diversa fabbricazione. Grazie a questo tipo di connessione wireless (senza fili) e a corto raggio è possibile scambiare facilmente dati con PC, stampanti, cellulari, auricolari e tutti i vari dispositivi mobili in modo totalmente gratuito e ormai sono passati anni da quando questo rivoluzionario metodo di trasmissione è entrato a far parte della nostra vita di tutti i giorni, ma pochi conoscono la storia che si cela dietro il suo nome e l’origine del suo caratteristico logo. La parola “Bluetooth” deriva incredibilmente dal re vichingo “Harald Blatand Gormsen”, vissuto fra il 911 e il 986 d.C. e noto in inglese come “Harald Bluetooth Gormsson” (Aroldo I di Danimarca). Era soprannominato “Dente Blu” (Blatand in danese) per via del suo sorriso bluastro dovuto forse alla sua passione per i mirtilli o forse all’usanza che esisteva all’epoca di colorarsi di blu i denti prima della battaglia, per apparire più spaventosi. Il re Harald fu il primo ad unire sotto un unico regno le terre di Danimarca, Norvegia e Svezia da un punto di vista sia politico che religioso, convertendo molti al Cristianesimo e avvicinando popoli fino a quel momento divisi oltre che dal mare anche da tradizioni e antichi dissapori. Fu proprio questa sua fama di unificatore e una bevuta tra due ingegneri mille anni dopo che portarono alla scelta del suo singolare soprannome.Nell’estate del 1997 a Toronto, “Jim Kardach”, ingegnere della “Intel” (azienda multinazionale statunitense fondata nel 1968 e leader nella produzione di microprocessori), e “Sven Mattison”, un suo collega della Ericsson che stava lavorando come lui al progetto del nuovo standard di trasmissione dei dati, uscirono per bere qualcosa insieme, iniziarono a chiacchierare e si ritrovarono a parlare anche di storia. Mattison aveva appena finito di leggere un libro intitolato “Le navi dei vichinghi” (“The Long Ship” di Frans G. Bengtsson) e in cui tra le altre cose si parlava dei viaggi compiuti dai guerrieri danesi durante il regno di Aroldo I Dente Blu di Danimarca (o “Dente Azzurro”). Kardach rimase affascinato dalla storia della Danimarca e dalla figura di Aroldo I, così comprò lo stesso libro di Mattison per documentarsi meglio e pensò che tutto sommato il soprannome di questo re danese, che aveva unificato diverse tribù sotto un unico regno, sarebbe stato perfetto per dare un nome al progetto a cui stava lavorando e che si proponeva di fare una cosa simile a livello tecnologico. Il nuovo sistema venne inizialmente chiamato “PAN” (Personal Area Network) dagli altri partecipanti del progetto, perché scelsero la proposta portata avanti dalla “IBM” (una delle aziende leader nel settore informatico). Successivamente si resero conto che il nome ero troppo generico e poteva causare problemi legati a marchi di fabbrica di altri prodotti già esistenti, così optarono per l’idea illustrata dall’ingegnere Jim Kardach. Fu così che il nuovo sistema di connessione prese a tutti gli effetti il nome di “Bluetooth”. Per quanto riguarda la creazione del relativo logo, si decise di prendere di nuovo spunto dalla cultura nordica e vennero prese in considerazione le due iniziali del re in questione. La moderna lettera H, che stava per Harald, venne tramutata nell’antica runa scandinava Hagall (grandine), una X con una bisettrice nel mezzo degli angoli acuti, mentre la B, che stava per Bluetooth, fu trasformata nella corrispondente runa Berkanan (betulla) molto simile al simbolo latino, ma più spigolosa. L’unione delle due rune nordiche diede vita al familiare simbolo che tutti noi conosciamo e che ormai è possibile riscontrare su quasi tutti i dispositivi tecnologici del mondo. La scelta del colore non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. D’ora in avanti, quando collegherete un auricolare al vostro cellulare, copierete le vostro foto scattate col telefonino sul pc o condividerete file con i vostri amici senza usare Internet, sappiate che state inconsapevolmente onorando la memoria di un antico re vichingo vissuto mille anni fa.

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